"Beh su Peter SAGAN c'è da dire subito che lui e' un fenomeno della natura, lui e' nato campione! E' uno di quei talenti che ne nascono uno ogni 10anni!Gli viene tutto facile, nonostante la giovane eta' ha la brillantezza e l'esplosività, e soprattutto una resistenza da fare invidia anche ai big del gruppo! Poi venendo dalla mountain bike lui con la bici ci gioca! Io lo conosco da quando ha messo piede in Italia da dilettante, è un amico che non si fa problemi a sacrificarsi (vedi Donoratico) nonostante sia consapevole di poter fare lui il risultato. E’ un ragazzo semplice e umile anche dopo i grandi successi di queste due stagioni!"
Si era espresso così, nell'intervista che ci aveva rilasciato (completa a questo indirizzo http://sportivamente-parlando.blogspot.com/2011/08/intervista-elia-viviani-governatore-del.html ) Elia Viviani sul compagno di squadra Peter Sagan. E il giovane slovacco non ha mancato di dimostrare tutto e subito. Seconda vittoria in questa Vuelta. Se vogliamo ancora meglio della prima, perchè si è ritrovato da solo in uno sprint, contro squadre organizzate. Niente da fare per Degenkgolp, secondo, e Bennati, terzo.
Passiamo alla cronaca cruda della tappa, perchè oggi lo spazio va dedicato tutto al vincitore e ai vinti. Classico svolgimento, con la fuga che prende il largo nei primi chilometri. Sono in 4, Maté (Cofidis), Roldán (Andalucía-Caja Granada), Hansen (Omega Pharma-Lotto) e Pidgornyy (Vacansoleil), e raggiungono un vantaggio massimo di 8 minuti dopo 50km. Poco da segnalare, se non che il gruppo si mette ad inseguire. Davanti specialmente Skil-Shimano, per Kittel, HTC, per Degenkgolp, Leopard, per Bennati e Lampre per Petacchi. Il lavoro ha effetto, e ben presto il vantaggio scema fino a circa due minuti, prima di stabilizzarsi. Ci prova Hansen, che evade, ma viene presto ripreso e staccato dagli ex-compagni. Ai -8 è sono ancora tutti assieme, con Van Summeren a menare forte per tenere il ritmo alto. Due tentativi degni di nota, ai -4: Fuchard e Anzà, riassorbiti nel breve termine.
Si inizia a preparare la volata, con davanti le stesse squadre di prima, cioè Skil, Leopard, e HTC, con Tony Martin. Il treno buono sembra quello per Kittel, alla cui ruota si incolla uno scaltrissimo Sagan. A lavorare Wagner, campione tedesco, per Bennati, che può vantare come ultimo uomo niente di meno che Fabian Cancellara. E' lui infatti che ai meno 600, quando sembra stallarsi un po' il gruppo, si mette prepotentemente davanti. La strada sale leggermente e il gruppo si rompe addirittura sotto l'impulso del diretto di Berna.
Quando Fabian si sposta mancano 300m, e parte la volata di Bennati. Nel frattempo però Sagan si era spostato alla sua ruota, avendola individuata come quella giusta. I due partono quasi contemporaneamente, e non c'è neppure storia: Sagan prima lo affianca, e dopo uno sguardo di Bennati lo supera con una punta di velocità davvero troppo superiore. Anche Degenkolb ha vita facile a superare un ormai piantato Bennati. Dietro di lui un Petacchi che dà segni di leggera ripresa. Quinto Haedo, e sesto, finalmente, si rivede Tom Boonen, che sta vivendo una stagione davvero tormentata. Forse l'immagine perfetta che la rappresenta meglio è propria sua, nella Foresta di Arenberg, con la bicicletta in mano, che aspetta un cambio un compagno, che tarda oltremodo ad arrivare.
Strano a dirsi, ma se vogliamo dirla tutta lo strappetto dell'ultimo chilometro ha fatto più distacchi che la salita di ieri: infatti Mollema e Kessiakof sono arrivati con lo stesso tempo dei primi, Nibali è giunto a 4'', e ancora più indietro tutti gli altri big, a 5''. A questo punto in classifica generale ci sono 4 uomini, Wiggins, Froome, Kessiakof(ora a 9'') e Nibali, in 10''.
La tappa però ci ha offerto anche un altro spunto di riflessione: Daniele Bennati. Paolo Bettini( salvo quasi per miracolo dopo un incidente col suo superleggero, ndr) lo aveva designato come capitano unico della nazionale italiana, ma al momento non sembra davvero in grado di lottare con i migliori per il successo in uno sprint. Sovvengono, allora, le prestazioni in questo periodo di altri papabili per un ruolo da protagonisti al mondiale in Maglia Azzurra: Sacha Modolo, che da tre mesi a questa parte ha ottenuto 7 successi e sembra non volersi più fermare, oltre ad un secondo posto alla preolimpica di Londra, Elia Viviani e Daniel Oss, che al giro del Colorado han formato un tandem davvero irresistibile per tutti, e Giovanni Visconti, che sta vincendo tanto nel panorama delle classiche estive italiane. 4 giovani che portati al mondiale potrebbero fare tanta esperienza, e offrire anche diverse soluzioni tattiche all'Italia. Oltre a loro anche Oscar Gatto, molto versatile(nasce sprinter, ma ha vinto una tappa al Giro dove ha battuto Contador su uno strappo molto duro posto ad un chilometro dal traguardo), potrebbe davvero dire la sua su un percorso che si adatta.
Di certo non è nostro l'onere di lavorare per tenere cucita la corsa, e portare più punte, disposte magari a lavorare l'uno per l'altro, potrebbe essere la soluzione per far saltare il banco. In questo modo potremmo anche trovare un alleato in Gilbert, che ha tutto il vantaggio di portare via un gruppetto, dove uno o due dei nostri uomini ci starebbero alla perfezione. E non è detto che poi in volata siano battuti...
Domani altra tappa per velocisti, anche se mossa nella prima parte. Nel fine settimana le tappe decisive a Farrapona e l'Angrilu...
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