Ci son tappe che nascono così. Giro d’Italia 2010, L’Aquila. Tutti ce la ricordiamo, fuga bidone di 56 atleti, tra di loro Sastre, Porte e Arroyo, che arriva al traguardo con 13’ di vantaggio sul gruppo. Oggi, grazie alla prontezza delle squadre, non è successo nulla di eclatante. Alcuni uomini sono rientrati nelle zone più calde della classifica, ma nessuno di loro era troppo vicino. Vittoria ad Albasini, che regola allo sprint Capecchi.
Inizio di tappa davvero concitato. Chiaro che in una tappa molto mossa( 3 GPM di 3° categoria, e 2 di prima nel mezzo) la fuga ha più possibilità di arrivare al traguardo, perché da dietro è difficile controllare. Addirittura si sviluppano fughe con al loro interno corridori di classifica del calibro di Nibali. Ci si chiede il perché, e presto arriva la risposta: l’abbuono del traguardo intermedio, che arriva: 6’’, pochi, ma adesso Vincenzino è a 4’’ dalla Roja di Wiggins.
E allora che fuga sia, molto numerosa e con tanti interpreti interessanti: BAKELANDTS Jan (121), DE MAAR Marc (144), SEELDRAEYERS Kevin (148), NERZ Dominik (006), TXURRUKA Amets (056), PALOMARES VILLAPLANA Adrian (025), BAGOT Yohan (041), OLIVIERA Nelson Filipe (207), MORENO FERNANDEZ Daniel (085), SÖRENSEN Chris (161), LOSADA ALGUACIL Alberto (084), CAPECCHI Eros (002), BLANCO RODRIGUEZ David (062), ALBASINI Michael (071), SASTRE CANDIL Carlos (066), DE LA FUENTE RASILLA David (063), KAISEN Olivier (128), LE LAY David (016), GASPAROTTO Enrico (132), ZAUGG Oliver (108), MONCOUTIE David (044), VERDUGO MARCOTEGUI Gorka (057), PETROV Evgeny (137), ANTON HERNANDEZ Igor (051), ROCHE Nicolas (011), LOPEZ GARCIA David (116) y MADRAZO RUIZ Angel (119). Igor Anton e Nieve si sono aggiunti dopo, e soprattutto dopo aver inseguito a lungo. A centro tappa, poco più di 60km dal traguardo, si trova il Puerto de Ancares, il mortirolo di Spagna. Alcuni di questi uomini si trovano comunque a 4’ o poco più da Wiggins, e il loro intento potrebbe essere quello di rientrare in corsa per una Top10.
E’lontano dal traguardo, ma in questa tappa nata “pazza” ci si può aspettare di tutto. Il vantaggio del primo gruppo è di circa 2 minuti, con la Sky a fare il ritmo dietro. Peccato che il vantaggio addirittura aumenti, e si stabilizzi sui 3’15’’. Di certo nessuno si danna l’anima, ma davanti alcuni si staccano( Anton, Sastre, Petrov, Palomares e Nerz). Uno dei favoriti davanti è Moreno, e siccome non sembra ci sia un’altra squadra oltre alla Sky decisa a tirare parte all’attacco Joaquin Rodriguez. Non una stilettata secca come ci si aspetta ma un centinaio di metri di allungo, al quale rispondono prontamente Nibai, Cobo e Mollema. Manca all’appello Wiggins, che riporta sotto in prima persona il gruppo. Missione compiuta oer la Katusha, che vedono il gruppo dei big scremato, e quindi meno uomini per inseguire i fuggitivi, dove Moreno potrebbe fare bene. Si aggiudica il GPM prorpio lo spagnolo della Katusha, davanti a Moncoutiè, che si porta in testa nella speciale classifica.
Dietro spazio per un ultimo forcing di Cobo, ma non è finita: lo sappiamo, Nibali è predisposto ad attaccare in discesa. Ci si aspetta un attacco dello Squalo, ma a provarci è Kessiakov, spettro di questa prima metà di Vuelta, ma a 9’’ da Wiggins in classifica. Per strada pesca alcuni fuggitivi( Gasparotto, Nerz, Palomares) e prova ad avvantaggiarsi. Su di lui piomba però proprio Nibali, seguito quasi a ruota da Mollema. E ancora altra fatica per gli Sky, messi alla frusta da Wiggins per recuperare. Anche perché il vantaggio diventa quasi preoccupante, 25’’, prima di scemare. Si torna così tutti assieme.
Sul GPM di terza categoria a 42km dal traguardo passa per primo Moncoutiè, e si segnala di nuovo un aumento del vantaggio dei primi, a più di 2’. Infatti Txurruka lavora sodo per Nieve, mentre dietro la Sky non sembra voler spremere troppo i suoi uomini. Sulla discesa aumenta ancora il gap tra i 2 gruppi: 2’35’’. A 27km dal traguardo ultimo GPM di terza categoria, dove passa per primo Moreno su Seeldrayers e Roche. Dietro, intanto, si portano davanti Radioshack e Astana, per ridurre un po’ il gap. Fatto sta che al nuovo rilevamento, proprio sul GPM, siano ancora attardati di 2’35’’.Anche nei chilometri successivi il vantaggio non sembra intenzionato a scendere, anche perché davanti su 20 sono almeno 7-8 che si danno cambi regolari, quasi come in una crono-squadre, mentre dietro l’onere di inseguire è affidato a pochi uomini che si danno cambi ad intervalli di tempo più dilatati.
Solo ai -15, quando c’è più accordo nel gruppo, il vantaggio cala fino a 2’15’’. L’inseguimento continua, e a 10km dal traguardo rimangono “solo” 1’58’’ ai battistrada, che comunque hanno molte chance di arrivare fino in fondo. Infatti l’epilogo è proprio allo sprint, e a giocarselo sono gli uomini in fuga. Dopo diversi tentativi, Soerensen si trova in testa quando mancano 600m, e praticamente tira la volata agli avversari. A tagliare il traguardo per primo è lo svizzero dell’HTC Michele Albasini, mentre secondo si piazza va a Capecchi. Il gruppo taglia il traguardo a 1’30’’. Tra gli uomini di classifica nessun distacco, ma Nibaliu, come detto, ha guadagnato 6’’ con l’abbuono dello traguardo volante
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