domenica 31 luglio 2011

SETTEBELLO IL MONDO E' TUO

Campioni del mondo! Campioni del mondo! Campioni del mondo! Tre volte come le vittorie del nostro settebello ai mondiali. Sabato pomeriggio il gruppo di Campagna è riuscito a superare ai supplementari i maestri della Serbia per 8-7.
Gli eroi della finale sono stati senza dubbio il portierone Stefano Tempesti, capace di parare due calci di rigore e di salvare la squadra con prodezze e miracoli nei momenti chiave della partita; e Maurizio Felugo, autore del goal vittoria e vero e proprio trascinatore in campo. Ma sopra a tutti l'uomo-mondiale è stato Alessandro Campagna: il nostro ct è riuscito a costruire una squadra vera, che non ha più nessun timore di affrontare i mostri sacri della pallanuoto come Serbia e Croazia, una squadra ricostruita dalle ceneri di quella arrivata all'undicesimo posto due anni fa. Campagna ha avuto la capacità e la sfrontatezza di puntare su un gruppo giovane e che ha saputo assemblarsi in maniera perfetta e capace di salire sul tetto del mondo in soli due anni.
Il Settebello sul podio. Reuters
i nostri ragazzi sul podio


Nella stessa giornata è arrivata l'incredibile medaglia d'argento di Lucca Dotto nei 50sl. Una medaglia clamorosa ed arrivata in maniera inaspettata dal velocista azzurro, che ha dovuto cedere solo al brasiliano Cielo ma ha saputo tener dietro il campione olimpico Bernard. Luca ha saputo scendere ancora per la seconda volta sotto i 22" (precisamente 21"90) e da ora può davvero lanciarsi nell'elite del nuoto mondiale. Oltre a Dotto non va dimenticato che abbiamo una grandissima squadra nella velocità maschile: non vanno dimenticati i Santucci ed Orsi e soprattutto capitan Magnini, che a Londra avrà l'ultima occasione per centrare la medaglia olimpica (ne ha già vinta una ad Atene in staffetta) nei 100sl.
la felicità di Luca Dotto all'arrivo dei 50sl


Con la medaglia di Dotto il bottino azzurro sale a tre ori, quattro argenti e due bronzi. Un buon risultato per la truppa azzurra, a cui sono mancate qualche medaglia dai tuffi e dl fondo. Anche il bilancio delle staffette e degli atleti qualificati per l'Olimpiade è abbastanza sufficiente, anche se mancano ancora molte qualificazioni nei tuffi e nel fondo con lo squalo Cleri, ma per questo non ci dovrebbero essere problemi, con la grande possibilità di avere molte punte di diamante a Londra 2012


giovedì 28 luglio 2011

DUE MEDAGLIE DIVERSE MA STESSI PROTAGONISTI

Federica Pellegrini e Fabio Scozzoli sono la regina ed il re della spedizione azzurra ai Mondiali di nuoto di Shanghai. Ieri Federica ci ha regalato il secondo oro mentre Fabio ha centrato il secondo argento consecutivo.
La Pellegrini nella sua gara, i 200 stile libero, ha dimostrato di essere la più forte al mondo e che nessuno come ha detto poi lei "può entrare in casa sua". La veronese ha letteralmente distrutto le avversarie per atteggiamento, nuotata e tattica di gara; lasciando prima sfogare l'olandese Heemskerk, che chiuderà solo settima, e poi nell'ultima 50 inserisce il turbo e s'invola verso il secondo oro di questa rassegna mondiale, ripetendo la storica doppietta che le era riuscita già a Roma nel 2009. Per dovere di cronaca al secondo posto si è classificata l'australiana Palmer, mentre al terzo la francese Muffat, che replica il bronzo dei 400.
l'esultanza di Fede all'arrivo

Per una regina d'oro, ecco che abbiamo un grandissimo re d'argento. Fabio Scozzoli si supera e conquista la seconda medaglia d'argento consecutiva. Stavolta nella gara più corta, i 50, il ranista azzurro deve cedere solo al brasiliano Da Silva ma si mette dietro il super favorito Van Der Burgh. Grande prova quella di Fabio che distrugge il record italiano, fissando il nuovo limite a 27"17. Una prestazione perfetta e senza errori fin dal tuffo (miglior tempo di stacco) fino all'arrivo; una perfezione che ha permesso al bolognese di entrare ormai nella storia del nuoto italiano, che lo avvicina sempre di più al mitico Domenico Fioravanti (primo oro olimpico nella storia del nuoto italiano), con la speranza che l'anno prossimo a Londra si possa replicare questo risultato ( purtroppo ci sono solo i 100 all'olimpiade) e con la convinzione che il medaglio più pregiato è li a portata di mano.
la medaglia d'argento di Scozzoli

mercoledì 27 luglio 2011

Prime amichevoli internazionali per Inter, Juventus, Roma e Milan

Dopo le prime uscite con le squadre di dilettanti, ecco le prime amichevoli internazionali delle “big” italiane, e subito un fatto accomuna Milan, Inter, Juventus e Roma, ovvero la condizione che è ancora molto arretrata rispetto alle altre squadre europee.

L’inter a Bochum ha sfidato i turchi del Galatasaray dall’ex rossonero Terim e il risultato finale è stato di 0-0. Non una prestazione eccellente per i neroazzurri, che si rendono pericolosi solo con un palo di Eto’o e una punizione di Sneijder di poco alta. Paura per Castellazzi che dopo 8’ sviene a causa di uno scontro con una punta turca, per fortuna nessuna conseguenza grave per lui.

La Juventus invece ha disputato 2 match durante la tournée americana, cha hanno visto i bianconeri autori di una sconfitta e una vittoria, rispettivamente contro Sporting Lisbona e Club America.

La prima partita, disputata a Toronto, è finita 2-1 per i lusitani che hanno messo in luce tutti i limiti della Juve (che fra l’altro è la squadra con la rosa più completa fra le 4 sopracitate). Le reti sono state siglate dal giovane Djalò al 14’ e al 36’ e dall’eterno Alex Del Piero all’80’ con un bellissimo pallonetto di destro da fuori area. La squadra è parsa molto lenta nelle manovre offensive (Krasic a parte che è già in discreta forma) e un po’ sbadata dietro (Bonucci e Barzagli in primis), segno che per cancellare le due brutte annate ci vuole ancora molta strada da percorrere. Ieri notte a New York invece è arrivata una vittoria di misura contro i messicani dell’America grazie al gol siglato al 41’ dall’ex Modena Pasquato. Il gioco non è sembrato molto meglio rispetto alla prima uscita, ma almeno il risultato è arrivato e Conte è ottimista riguardo al futuro.

Capitolo Roma, la squadra che più è cambiata in questi mesi: al torneo di Innsbruck (in partite da 45’ l’una) sono arrivate una pesante sconfitta per 3-0 contro il PSG dell’ex Menez (al 3’ e 32’ Hoarau,al 31’ Gameiro) e una vittoria per 1-0 contro i padroni di casa del Wacker (in gol Caprari dopo appena 60’’). Senza la difesa titolare e il neo acquisto Bojan risparmiato in tribuna (Lamela inoltre non è ancora disponibile), soprattutto nel primo match i giallorossi hanno faticato tantissimo contro i parigini ben più avanti nella preparazione e si è visto come il PSG abbia avuto zero difficoltà a bucare per ben tre volte in 29’ Curci. La seconda, molto più semplice, è finita con una vittoria col minimo sforzo, e anche qui il tecnico Luis Henrique ha rassicurato i tifosi in vista dell’esordio in campionato).

Il Milan è infine impegnato nell’Audi Cup a Monaco di Baviera. Martedì contro i padroni di casa i rossoneri sono stati battuti ai rigori 6-4, dopo che i 90’ regolamentari si erano conclusi sull’1-1: al gol dopo 3’ di Ibra ha risposto Kroos al 33’. Tanti i cambi che nella ripresa hanno smorzato più volte il ritmo, ma nonostante ciò il Milan è sembrato di gran lunga inferiore ai bavaresi specialmente sul piano dell’intensità agonistica. Numerosissimi i tiri da fuori che hanno impensierito più volte Abbiati, che se l’è sempre cavata alla grande. Ai rigori l’errore decisivo è stato di Paloschi al 4° tiro, dopo che tutti avevano segnato (Robinho, Thiago Silva e Oddo per il Milan). Nella finale 3°-4° posto giocata mercoledì contro l’Internacional di Porto Alegre (che gioca da gennaio senza soste), Ibra ha portato in vantaggio i suoi dopo 2’ minuti con un fantastico colpo di tacco sotto porta su assist di Robinho, ma i brasiliani hanno pareggiato al 23’ in contropiede con Damiao. Al 53’ grandissima occasione per il Milan, ma prima Ibra e poi Robinho esitano nel tirare e poi Pato colpisce il palo a porta praticamente spalancata. Il 2-1 arriva al 59’ grazie a Pato, servito a porta vuota da Robinho, a sua volta liberato da Ibra con un fantastico uno-due. A 10’ dal termine è infine arrivato il pareggio, firma di D’Alessandro dopo che Allegri aveva concesso spazio a giovani quali Valoti e De Sciglio. Ai rigori poi è arrivata la vera beffa per i rossoneri che meritavano ampiamente la vittoria perché i 4 penalties tirati da Valoti, Cassano, Oddo e Pato sono stati tutti (tranne il palo di Oddo) neutralizzati allo stesso modo da Renan (stile Brasile in Copa America). 4-2 finale dunque per i brasiliani e Milan che con 2 sconfitte ai rigori si piazza ultimo all’Audi Cup, in attesa che arrivino più importanti competizioni.

martedì 26 luglio 2011

TOUR DE FRANCE, le Pagelle

Cadel Evans: 10
E' il vincitore, si merita un voto alto, anzi, molto alto. Che potesse essere l'anno buono lo si è capito nella prima tappa, dove è giunto secondo dopo Gilbert. Due giorni dopo si migliora vincendo addirittura a Mur de Bretagne. certo, stiamo parlando di Cadel Evans, che sempre prima di questo Tour aveva avuto un calo nella terza settimana dei GT, magari accompagnato da una giornata in cui perdeva minuti su minuti. Invece quest'anno è resistito, e, anzi, ha vinto proprio nell'ultima settimana, prendendo grandi responsabilità, e facendo una cronometro da incorniciare.

Andy Schleck: 8
Caro Andy, avevi l'occasione della vita, e l'hai buttata al vento. Certo, Evans è stato forte, ma tu sei più forte.
Queste sono parole che potrebbero essere tranquillamente dette al giovanotto di lussemburgo; in 3 settimane lo si è visto veramente poche volte. nella prima settimana si staccava a Mur de Bretagne, sui Pirenei sembrava averne ma non provava a dovere. Sulle Alpi ci ha regalato una perla di rarissima bellezza con l'attacco sull'Izoard. Ci ha riprovato sul telegraphe, ma non ha aiutato a dovere Contador con dei cambi convinti. E' giunto secondo per il terzo anno di fila, dimostrando che gli manca ancora qualcosa per diventare il più forte di tutti. L'età rimane comunque dalla sua parte, e un Tour almeno lo vincerà. Se poi impegnasse le sue energie anche in altre corse il mondo del ciclismo ci guadagnerebbe soltanto.

Frank Schleck: 7+
Raggiunge finalmente il primo podio della carriera al Tour de France, ma lo si vede poco: specialmente a Luz Ardiden, quando riesce a evadere dal gruppetto dei migliori magari anche per un controllo a uomo non troppo alto nei suoi confronti. Per il resto rimane nella norma. In casa Leopard sembravano puntare addirittura su di lui, dato che l'azione di Andy nella tappa del Galibier nasceva per avvantaggiare il fratello in un'attesa azione proprio sull'ultima ascesa. Il bilancio rimane comunque positivo.

Thomas Voeckler: 9
Sarebbe stato un 10 se nella terzultima tappa non avesse buttato al vento il podio con una tattica scellerata, cioè, dopo essersi staccato da Schleck e Contador sul Galibier, rimanere a bagno maria, e quindi al vento per molti, troppi kilometri. Si prende la maglia gialla con una fuga delle sue, e poi si scopre anche uomo di classifica rimanendo spesso e volentieri attaccato ai migliori. Certo, poi con il suicidio finale si mangia tre minuti in una botta, e assieme a loro una piccola speranza di salire sul podio.

Alberto Contador: 7,5
Uscito provato dal Giro non riesce a trovare la condizione migliore, e aggiungendo un pizzico di sfortuna di troppo la frittata è fatta. E' spesso per terra, e chiude la prima settimana con quasi 2' di svantaggio da cadel Evans, ma dà comunque spettacolo. Esempio lampante la tappa dell'Alpe d'Huez in cui attacca a 95km dal traguardo, e poi ancora sulla finale dopo essere stato ripreso per mettere in cascina almeno una vittoria di tappa. Si dimostra un grande campione.

Samuel Sanchez: 8-
Prima settimana ben peggiore di quella di Contador, ma poi ci prova, sempre e comunque, cogliendo anche una vittoria di tappa a Luz Ardiden. Paga lo scatto di Schleck sull'Izoard e si becca quasi 5'. Ciò nonostante riesce a chiudere sesto nella generale. Condisce il tutto con la Maglia a Pois, che qualcosa vale..

Damiano Cunego: 6,5
E chi se lo aspettava? Bravo Damiano, che si riscopre uomo da GT. Con una preparazione ancora più accurata potrebbe veramente tornare a godersi le zone altissime della classifica al Giro o alla Vuelta, mentre per il Tour rimane più complesso.Intanto lui è sempre rimasto con i migliori, senza brillare, ma è sempre rimasto lì. Ti aspettiamo Cunego!

Ivan Basso: 5
E' la delusione del Tour de France 2011, e su questo non c'è dubbio.Ce lo si aspettava se non a lottare per la vittoria almeno sul podio, invece Ivan ha mostrato una parte del suo vero valore solamente a Plateau de Beille, con un'accelerazione che ha messo tutti in fila indiana ma senza fare danni gravi. Poi non mette più la testa fuori, di certo non aiutato da una squadra decisamente non all'altezza sulle Montagne. Lo stesso Smydsz si stacca spesso e volentieri prima di altri gregari meno quotati di lui. La caduta di maggio sull'Etna sull'Etna può essere un motivo, ma di certo non l'unico che spiega la debacle del varesino...

Tom Danielson: 6
Chi l'ha visto? Tour di costanza per lui, che agguanta un ottimo nono posto in classifica ma senza mai essere veramente protagonista.

Jean Peraud: 6
Per lui vale lo stesso discorso di Danielson, e una top ten di prestigio.

Pierre Rolland: 9
Perde tanto, troppo terreno nella prima settimana, ma poi diventa fantastico. Sempre con il pur sorprendente Voeckler, a volte avrebbe anche qualcosa di più ma resta col capitano. Sull'Alpe d'Huez invece, liberato da vincoli di gregariato, va a vincere davanti a gente tipo Contador e Sanchez: il primo è il miglior interprete di Grandi Giri dalla fine dell'era Armstrong, il secondo il Campione Olimpico in carica. E lo fa, oltre che con le gambe, con una tattica da vecchio volpone, anche se per l'età ha potuto partecipare e vincere la speciale classifica riservata ai giovani, il cui simbolo del primato è la maglia bianca, che nelle ultime 2 edizioni era andata a Andy Schleck, non certo un signor nessuno. Rivelazione.

Rein Taramae: 6,5
Anche il suo è un bel Tour, e contende fino alla fine la Bianca a Rolland, ma dicendo le cose con sincerità, il francese sembra avere qualcosa di più.. Comunque si può, anzi si deve migliorare, per puntare a zone ancora più alte della classifica.

Philippe Gilbert: 7,5
Offre tanto spettacolo, ma alla fine raccoglie "solo" una tappa, facendosene sfuggire almeno due o tre veramente adatte alle sue caratteristiche. Si conferma comunque il miglior interprete in arrivi complicati ma non troppo duri.

Tyler Farrar: 7
Conquista la sua prima vittoria al Tour, e la dedica pare quasi scontata a Weylandt, suo grande amico. Non riesce più a ripetersi, ma rimane sempre nelle posizioni che contano negli sprint.

Thor Hushovd: 10
Cadel Evans avrà pur vinto il Tour, ma quest'uomo ha fatto cose eccezionali: due tappe vinte, una settimana quasi in Maglia Gialla, tenuta con i denti si arrivi non esattamente adatti ad un omone come lui. Le due tappe vinte sono perle, in una addirittura valicando l'Aubisque, non certo un cavalcavia... Onora al meglio la maglia di Campione del Mondo, aiutando tanto anche la squadra nella cronosquadre e tirando le volate a Farrar(sublime il suo lavoro a redon, dove serve la vittoria al compagno s'un piatto d'argente).

Mark Cavendish: 8
Le 5 vittorie più la Maglia verde forse gli farebbero meritare qualcosa di più, ma di certo non deve dannarsi l'anima come il 99% dei velocisti per trovare la posizione, avendo un treno studiato nei minimi particolari che lo pilota alla grande fino a 200m, e le tante critiche al suo modo di scalare le montagne attaccato alle macchine ci inducono a pensare che sia verità, quindi il massimo dei voti non lo merita appieno. Rimane comunque il miglior sprinter in circolazione.

Edvald Boasson Hagen: 9
Due vittorie di tappa per il giovane norge che torna a vedere a farci vedere la luce che scaturisce gioiosa dalle sue pedalate, ma che era rimasta un po' offuscata negli ultimi periodi. Una classe immensa che è stata mostrata al mondo, per un corridore eclettico come pochi: vince in volata su leggera pendenza, è forte a cronomentro, vince scattando sul PraMartino a Pinerolo, chiude secondo a Parigi in una volata da velocisti purissimi. Con i margini di miglioramento che potrebbe avere ci si prospettano davanti anni divertenti, con un corridore che può vincere San Remo, Roubaix, Amstel, cronometro, volte di gruppo, e, perchè no, brevi corse a tappe. Ti aspettiamo Edvald!!

Luis Leon Sanchez: 6,5
Si vince la sua bella tappa, ma floppa per la generale, dove qualcosa di più era lecito aspettarsi dati anche i risultati dello scorso anno...

Andre Greipel: 7
Conquista una vittoria, proprio sull'ex compagno Cavendish prendendosi una bella rivincita  e la prima vittoria in carriera al Tour. Si dimostra poi su ottimi livelli ottenendo piazzamenti di rilievo in quasi tutte le volate.

Jelle Vanendert: 7,5
Inizia il Tour lavorando per Gilbert e Van den Broeck. Perde terreno per la classifica, ma sui Pirenei è tra i migliori se non il migliore, ottenendo un secondo posto a Luz e un primo a Plateau de Beille. Indossa per diversi giorni la Maglia a Pois, e se anche non riesce a ripetersi sulle Alpi glielo possiamo perdonare. 26 anni e un futuro radioso all'orizzonte anche per lui..

Tony Martin: 6+
Bene perchè vince la crono di Grenoble, ma a dirla tutta tutta era venuto in francia per provare a fare classifica, progetto che naufraga sulla Tourmalet nella prima tappa un po' seria. Tony, o rivedi le tue priorità oppure vedi di tirare giù qualche kiletto, così potremmo riparlarne.

Fabian Cancellara: 4
Ah, non era il gemello scarso?? Invisibile, tira qualche volta per i fratelli Schleck, cicca la crono, e prova a rifarsi nella volta di parigi, quando magari avrebbe fatto meglio a tentare un colpo di mano negli ultimi km. Grande delusione da un Campione di tutt'altro spessore.

Alexander Vinokourov: 10
Grazie. Ci hai provato fino all'ultimo giorno. Le gambe non erano magari quelle dei giorni belli, che se no la vittoria non ti sfuggiva mica, ma hai lasciato come ti viene da fare meglio meglio: all'attacco! Grazie Vino!

Robert Gesink, Jurgen Van den Broeck, Janez Brajkovic, Bradley Wiggins, Andreas Klöden, Chris Horner, Roman Kreuziger, Tom Boonen - s.v.
Impossibilitati a causa di cadute/guai fisici vari ed eventuali a lasciare il segno in questo Tour de France.


Johnny Hoogerland: 10
Coinvolto nell'investimento di Flecha da parte di una macchina al seguito della corsa finisce nel filo spinato, conquistandosi tagli di varie entità, ma comunque abbastanza gravi da implicare l'utilizzo di 33 punti di sutura. Arriva al termine della tappa, veste la maglia a Pois, sfrutta il giorno di riposo per riprendersi un po' e si rimette in sella, non solo arrivando a Parigi, ma andando anche in fuga già pochi giorni dopo l'incidente. Un eroe dei nostri giorni, che ha conquistato orde di ammiratori in giro per il mondo che lo sostengono al grido "GO JOHNNY GO GO!!". Tenace oltre ogni limite, in una parola: zeelander!



RIVIVIAMO IL TOUR DE FRANCE

Scusandoci per non essere stati in grado di aggiornare quotidianamente lor lettori, rituffiamoci nella Boucle:

1a Tappa: arrivo in leggera salita, e la prima Gialla sembra assegnata: Philippe Gilbert, che domina un gruppo ristrettissimo sullo strappo finale. Subito distacchi tra gli uomini di classifica, con Contador e Samuel Sanchez  che perdono 1'20'' per una caduta che li costringe a mettere il piede a terra. Altra caduta che coinvolge altri uomini di classifica ai -2, con ritardo però neutralizzato...

Gilbert che conquista tappa e Maglia Gialla
2a Tappa: cronosquadre che premia la Garmin, e, in special modo, Thor Hushovd, che veste la Maglia Gialla. Tra gli uomini di classifica si segnalano i 30'' persi da Contador, i 53'' persi da Basso e la Liquigas, i 57 persi dalla Lampre di Cunego, e il minuto e trente lasciato sul piatto da Samuel Sanchez, che va a sommarsi al minuto e venti perso nella prima tappa.
I Garmin in azione guidati da Thor  Hushovd in maglia a Pois, che a fine tappa diventerà Gialla

3a Tappa: Primo arrivo allo sprint e Mark Cavendish conferma di impiegare un po' di tempo a trovare il feeling giusto con i Grandi Giri, e buca la prima tappa. Ad approfittarne è Tyler Farrar, che aveva una dedica speciale da fare a Wouter Weylandt.
Tyler Farrar, che dopo il traguardo dedica la vittoria a Wouter  Weylandt

4a Tappa: Si arriva a Mur de Bretagne, uno strappo ben difficile, dove addirittura si scatena la bagarre tra i big. A darsi battaglia sono in primis Evans e Contador: è l'Australiano a spuntarla praticamente al photophinish. Alcuni big pagano distacchi minimi, nell'ordine dei 6-8''. Tra questi Basso, Andy Schleck, Cunego e Wiggins
Cadel Evans che batte Alberto Contador a Mur de Bretagne

5a Tappa: Ecco che arriva il primo sigillo di Mark Cavendish, su un arrivo non adatto al 100% alle sue caratteristiche, tant'è che al secondo posto si piazza Gilbert. Molte cadute che costringono Brajkovich al ritiro e mettono quasi KO anche Robert Gesink.Addirittura Soerensen viene agganciato da una moto e portato fuori strada, fortunatamente senza nessuna conseguenze.

Mark Cavendish, che vince su Gilbert
6a Tappa: Vittoria di Boasson-Hagen, che dopo un anno e mezzo buio si ritrova al livello dei primissimi del lotto, ma finalemte si vede un po' d'azzurro, con Adriano Malori che è l'ultimo ad arrendersi tra i fugaioli del mattino. e per un buon numero di km riesce a tenersi il gruppo lanciato dietro di una trentina di secondi, fino a cedere quando ne mancavano poco più di due alla conclusione. Poi la volata su un traguardo ancora in leggera salita viene vinta dal norvegese, che precede schiere di velocisti atipici, che però non hanno potuto contrastare la sua azione.
L'esultanza genuina di Boasson-Hagen che torna ad una vittoria importante

7a Tappa: altra tappa pianeggiante altra vittoria di Cavendish, proprio dove ottenne la sua prima vittoria al Tour. Si registrano altre cadute, e a farne le spese è Bradley Wiggins, che si ritira per la rottura di una clavicola.

Seconda vittoria di Cav-cannonball
8a Tappa: arrivo in salita, anche se facile, e arriva la fuga: per la precisione a strappare la vittoria è Rui Costa, davanti ad un Gilbert ancora in grande spolvero ad una manciata di secondo. L'unico dei big a tentare qualcosa di serio, dato che scattini vari ed eventuali di 50 metri nell ultimo km non valgono, è Vinokourov, che sembra involato verso la vittoria, quando ci fa capire che il peso dell'età si fa sentire anche sulle sue gambe e viene riassorbito dal gruppo a poche decine di metri dalla conclusione, dopo aver tenuto a tiro Rui Costa per alcuni km, senza essere in grado di raggiungerlo definitivamente per poi staccarlo.
Rui Costa che porta a termine la sua lunga fuga!

9a Tappa: Vittoria a Luis Leon Sanchez, maglia Gialla a Voeckler. Solo questo sarebbe bastato per rendere speciale questa tappa del Tour. Ma si è infilata di nuovo la sfortuna, che aveva già fatto fuori Leiphaimer, Gesink e Wiggins. Stavolta è ancora più dura da digerire, perchè è la fine di una carriera straordinaria, la carriera di un grande campione, Alexander Vinokourov. Una caduta a metà gruppo lo costringe a volare letteralmente nel bosco, e nel far ciò si frattura un femore. Qui cala il sipario sulla sua grandissima carriera. Nella stessa caduta rimane coinvolto anche Van den Broeck, costretto al ritiro anch'egli. Vengono addirittura tirati giù da una macchina Flecha e Hoogerland, che finisce nel filo spinato. Arriva al traguardo, e veste la maglia a Pois. Gli vengono applicati 33 punti di sutura...
Vinokourov sorretto da compagno di squadra e massaggiatore dopo la caduta

10a Tappa: Giorno di riposo e si ricominci con una tappa pianeggiante. Ci si aspetta Cavendish, e invece è il suo ex compagno, ora alla Omega-Pharma, Greipel a strappare la vittoria allo sprint. Nessuno scossone alla classifica.
Vittoria allo sprint di Greipel, dietro di lui anche Daniel Oss, che spesso si è buttato nelle volate di gruppo

11a Tappa: Vittoria di Mark Cavendish, che fa da preludio all'inizio dei Pirenei. Secondo Greipel, e terzo Farrar.
Altra vittoria di Cavendish

12a Tappa: finalmente si arriva ai Pirenei, a Luz-Ardiden. La vittoria va a un coraggioso Samuel sanchez, voglioso di recuperare il distacco preso nella prima settimana; al secondo posto, con soli 10'' di svantaggio arriva Frank Schleck, che ha cercato nel finale di rintuzzare sullo spagnolo. A 30'' Basso, Evans e Andy Schleck. Cunego dopo 35'', e Contador a 43 precedono la Maglia Gialla Voeckler a 50'' dal vincitore. Il primo arrivo in salita non ha scavato grandi distacchi, ma ci ha mostrato due splendidi italiani, un Contador non al top e tanto equilibrio.
Samusanchez può festeggiare sul traguardo di Luz Ardiden

13a Tappa: Vittoria di Hushovd nella tappa dell'Aubisque. Non sto parlando di fantaciclismo, ma di quello che è successo veramente. Il norvegese Campione del Mondo azzecca la fuga giusta, e il gruppo lascia fare. Il gigante pirenaico è posto a quasi 50km dal traguardo, 42 per la precisione, e Hushovd riesce  a recuperare prima dell'arrivo i due minuti che lo separavano da Roy in cima al colle, e staccarlo su uno strappetto a due km dal traguardo, arrivando sotto lo striscione del traguardo in solitaria.


14a Tappa: si arriva a Plateau de Beille, e di spazio per i big di darsi battaglia ce ne sarebbe anche, ma fino al traguardo nessuno ci prova seriamente. A vincere è Vanendert, che scatta quando mancano 7 km all'arrivo. Andy e Frank ci provano, ma poco convinti, e i loro scatti vengono fermati dagli stessi autori. Basso prova qualche accelerazione, ma fa male a pochi o nessuno. Ai -4 riesce a fare il vuoto ancora SSanchez. All'arrivo pagherà 20'' dal vincitore, e ne guadagnerà altri 20 sugli altri uomini di classifica, guidati da Andy Schleck. Cunego perde una quarantina di secondi da questo gruppetto comprendente anche Basso, Evans, Frank e Contador. La generale che risulta dall'ultima frazione pirenaica vede Voeckler confermatissimo in maglia gialla, con 1'49" su Fränkie, 2'06" su Cadel, 2'15" su Andy, 3'16" su Ivan, 3'44" su SSG, 4' su Contador, 4'01" su Damiano Cunego. 


Vanendert va a conquistare la vittoria più importante della sua carriera anticipando i big

15a Tappa: Altro arrivo in volata e vittoria di Mark Cavendish! Per il britannico ordinaria amministrazione davanti a Tyler Farrar, che non sembra in grado di contrastarlo, come tutti gli altri.. terzo posto per Petacchi, mentre si piazza quarto Daniel Oss.
Cannonball vince a Montpellier. Bene Petacchi e Oss, sulla sinistra di Mark
16a Tappa: Ancora lui, Thor Hushovd! Seconda vittoria per il Campione del Mondo, che precede all'arrivo il connazionale Boasson-Hagen. I due si erano avvantaggiati con altri otto corridori dopo molti tentativi di far partire la fuga giusta. Intanto dietro si muovono anche i big, con Evans che guadagna 3'' su SSG e Contador, 21'' su Voeckler, Cunego e Frank Schleck, 54'' su Basso, 1'09'' su Andy Schleck. 
Il Campione del Mondo Hushovd vince sul connazionale Boasson-Hagen

17a Tappa: Si arriva a Pinerolo, e a spuntarla è Boasson-Hagen, che per il secondo giorno consecutivo azzecca la fuga buona che arriva pure in porto. L'azione decisiva è a 12km dal traguardo, quando il giovane stacca tutti i compagni di fuga sul Pra Martino e riesce a resistere alla grande in discesa. Il secondo all'arrivo è Mollema, a 40''. tra i bigl gli unici a perdere terreno sono Voeckler e Basso, che dagli altri uomini di classifica pagano 26''.
Boasson-Hagen taglia solitario il traguardo a Pinerolo!

18a Tappa: Agnello, Izoard, Galibier. Tre montagne così non possono che regalare spettacolo. E sarà così, con Andy Schleck che attacca a 62 km dal traguardo, e arriva a guadagnare fino a 4', quando Evans si mette davanti a menare e riporta il distacco a poco più di 2'. Sull'impulso di quest'azione straordinaria e coordinata alla perfezione dalla Leopard con 2 gregari in fuga che aiutano Andy, saltano i due spagnoli Contador e samuel sanchez, che giungono a più di 4' da Andy. Una tappa che rimarrà nella storia e che permette ad Andy di arrivare a 15'' da Voeckler, e ad avere 53'' di vantaggio sul fratello e 58 su Cadel Evans. 

Andy Schleck in azione sull'Izoard. Di sicuro la sua azione è stata la più bella di tutto il Tour de France. 
19a Tappa: E' una lotta a 4 per la conquista della Maglia tra Voeckler, Andy a 15'', Frank a 68'' e Evans a 73''. Gli altri son troppo lontano per ambire al simbolo del primato. la tappa in sé è corta, 107km, ma comprende Telegraphe, Galibier e Alp d'Huez. Già sul primo dei tre colli si scatena la bagarre, con Contador, ferito nell'orgoglio, che cerca l'azione a lunghissima gittata: si parano davanti a lui ben 95km di azione per sperare di giungere per primo al traguardo. Si accodano a lui Schleck junior, Evans e Voeckler. L'australiano è fermato da un problema meccanico, mentre il francese dell'Europcar non è in grado di tenere il ritmo dei due fuoriclasse, che da 2 anni conquistano il primo e il secondo gradino del podio finale. Riescono a guadagnare, e in alcuni tratti il Tour sembra nelle mani di Schleck, ma dietro il gruppo lavora, e poco prima di attaccare la salita finale si ricompattano tutti. Già sulle prime rampe però si capisce l'andazzo, con Evans che allunga e mette in difficoltà Basso, che giungerà a 2' dal vincitore, e Voecker, a 3. Rolland intanto ci prova con Danielson, e riescono a prendere un buon margine. Poi è ancora il Pistolero di Madrid, Alberto Contador, a provare la fiammata: Andy prova a resistere, ma non riesce. Lo spagnolo se ne va, e raggiunta la coppia di stacca li stacca senza troppi patemi. Proprio quando sembra involato verso una fantastica vittoria Samuel Sanchez esce a sua volta dal gruppo, e si riporta su Rolland, trascinandolo poi a ruota di un Contador che si è spento col passare dei kilometri. E' proprio il francese, che era rimasto a ruota, a piazzare l'allungo decisivo, conquistando la vittoria parziale. I tre rimasti a giocarsi qualsiasi chanche di vittoria finale arrivano appaiati a circa un minuto.

Rolland festeggia sul traguardo



20a Tappa: cronometro vinta da Martin, ma l'uomo del giorno è Cadel Evans, che arrivando secondo a soli 7'' dal tedesco ipoteca la vittoria finale, rifilando 2'30'' a entrambi i fratelli lussemburghesi, che si ritrovano sul secondo e terzo gradino del podio, con il più giovane a precedere il più anziano.


Evans in azione nella crono che gli regala la Maglia Gialla.
21a Tappa: passerella di 95km per scortare la Maglia Gialla, la Verde, la Bianca e quella a Pois sui Campi Elisi. Il tutto condito da un arrivo allo sprint tra i più desiderati del calendario ciclistico internazionale. Neanche a dirlo è Cavendish a spuntarla, seguito da un ottimo Boasson-Hagen. Da segnalare un Cancellara nelle prime posizioni in una volatona di gruppo come è stata questa.
Cavendish che vince davanti a Hagen, Greipel, Farrar e Cancellara
Questa la Top 10 della classifica generale: