VITTORIA STORICA – Con queste premesse si è giunti a quella
che potrebbe essere realmente una partita-chiave della gestione Berruto e della
storia recente della nostra Nazionale. Alla Kagoshima Arena di fronte si
ritrovano Italia e Brasile, le nazionali che hanno dominato, o quasi, gli
ultimi due decenni di pallavolo internazionale.
Il pronostico direbbe Brasile,
ma gli azzurri non vogliono passare per comprimari. E lo mostrano fin da
subito. Se la perfezione esiste, il primo set interpretato dagli azzurri
potrebbe esserne una materializzazione. Niente è stato lasciato al caso nel
preparare il match ed in campo i ragazzi lo stanno dimostrando. Muro, servizio,
ricezione, attacco: non c’è un fondamentale dove emergano vistose difficoltà; e
nemmeno è possibile trovare un atleta che stia giocando al di sotto delle
proprie potenzialità. Una delizia per tutti gli appassionati di questo sport, soprattutto pensando che si tratta della propria nazionale. Nonostante l'apparenza del parziale chiuso a 16, ci si trovava dinanzi ai campioni del mondo in carica e la reazione è stata di quelle memorabili. Due set giocati ad un livello altissimo, appunto da squadra più forte del mondo. Ancora una volta prestazione corale, anche se il nome che spicca è sicuramente quello del libero Sergio, onnipresente in difesa ed autore di salvataggi spettacolari che hanno regalato momenti di grande teatralità a tutto il palasport. Il quarto set è stato dominato dall'equilibrio. Per l'Italia da segnalare l'ingresso di Parodi per uno stranamente opaco Savani; speriamo ora che questa prestazione non vada a farsi sentire sul morale del capitano. Il giovane martello della Lube si è reso comunque protagonista di una buona partita, mettendo a segno punti decisivi proprio nel set che porta la partita al tie-break.
TIE-BREAK AL CARDIOPALMA - Quinto set che andrebbe mostrato a chiunque si avvicini a questo sport, meno ai deboli di cuore. Punto a punto le due compagini mostrano il meglio del repertorio e si prosegue fino ai vantaggi. Sembra che non debba più finire, sembra una di quelle partite che fanno rimpiangere la mancanza del pareggio nel volley. Ma, appunto, la X è un risultato non contemplato in questo sport ed una delle due squadre deve primeggiare, nonostante l'apparenza sembra essere diversa. Sembra davvero di trovarsi sul set di un thriller quando, sul 16-16, un diagonale stretto di Lasko, tra l'altro si pregevole fattura, viene incredibilmente chiamato fuori quando le immagini TV lo mostrano dentro il campo almeno di 20-30 cm. Episodio che sommato al cartellino giallo verso Travica in un momento chiave dello stesso tie-break va sicuramente a connotare la coppia arbitrale come peggiore in campo. Però gli azzurri non si abbattono, Berruto riesce attraverso i time out ad infondere fiducia e carica al gruppo. Dopo 5 match point annullati a Giba e compagni grazie ad un muro finalmente convincente, sul 21-20 si presenta dai nove metri Dragan Travica e mette la firma sul match con una bordata che si stampa sul pavimento della Kagoshima Arena, seguita solo con lo sguardo dalla seconda linea carioca. Finalmente abbiamo l'esito di un match lungo e spettacolare: e non rispetta il pronostico. Così come contro le aspettative va anche l'assegnazione del titolo di MVP. Ad essere obiettivi tutti gli azzurri più qualche brasiliano meriterebbero il premio, ma la scelta della giuria ricade su Giovi, libero azzurro che si è prodigato in alcune ottime difese e si è dimostrato solido in ricezione. Personalmente, trovo doveroso citare il palleggiatore azzurro Travica, sempre lucido e capace di mettere sempre i suoi in condizione di chiudere, e soprattutto Michal Lasko, che sta giocando una Coppa del Mondo su livelli francamente mai visti prima per questo giocatore, mettendo in mostra un repertorio ricco e notevole.
ORA CINA E USA - L'Italia torna a battere il Brasile, e lo fa con un gruppo nuovo, per certi versi anti-convenzionale, a partire dall'allenatore-psicologo-filosofo (in ogni senso, data la laurea in filosofia conseguita da Berruto), un gruppo che si dimostra unito e promettente. Sia a breve termine, che a lungo, sperando di poter arrivare a giocarsi le medaglie a Londra fra poco meno di un anno. E proprio sul breve termine vanno registrate le prime defezioni dalla corsa per i tre pass olimpici. La Serbia, laureatasi campione d'Europa proprio a scapito degli azzurri, ha incredibilmente perso contro l'Iran, dopo aver raccolto zero punti nelle sfide con Argentina e Polonia. Proprio quest'ultima accompagna la Russia a punteggio pieno in vetta alla classifica e sembra essere l'avversario ad oggi più credibile degli azzurri per il terzo pass, dando per scontato che i russi e la nazionale carioca rientrino nelle tre. Il programma prevede domani mattina la sfida con il fanalino di coda Cina, fermo a 0 punti, e venerdì un altro test di rilievo contro i campioni olimpici degli Stati Uniti.
L'esultanza dello staff azzurro dopo il successo al tie-break sul Brasile |
TIE-BREAK AL CARDIOPALMA - Quinto set che andrebbe mostrato a chiunque si avvicini a questo sport, meno ai deboli di cuore. Punto a punto le due compagini mostrano il meglio del repertorio e si prosegue fino ai vantaggi. Sembra che non debba più finire, sembra una di quelle partite che fanno rimpiangere la mancanza del pareggio nel volley. Ma, appunto, la X è un risultato non contemplato in questo sport ed una delle due squadre deve primeggiare, nonostante l'apparenza sembra essere diversa. Sembra davvero di trovarsi sul set di un thriller quando, sul 16-16, un diagonale stretto di Lasko, tra l'altro si pregevole fattura, viene incredibilmente chiamato fuori quando le immagini TV lo mostrano dentro il campo almeno di 20-30 cm. Episodio che sommato al cartellino giallo verso Travica in un momento chiave dello stesso tie-break va sicuramente a connotare la coppia arbitrale come peggiore in campo. Però gli azzurri non si abbattono, Berruto riesce attraverso i time out ad infondere fiducia e carica al gruppo. Dopo 5 match point annullati a Giba e compagni grazie ad un muro finalmente convincente, sul 21-20 si presenta dai nove metri Dragan Travica e mette la firma sul match con una bordata che si stampa sul pavimento della Kagoshima Arena, seguita solo con lo sguardo dalla seconda linea carioca. Finalmente abbiamo l'esito di un match lungo e spettacolare: e non rispetta il pronostico. Così come contro le aspettative va anche l'assegnazione del titolo di MVP. Ad essere obiettivi tutti gli azzurri più qualche brasiliano meriterebbero il premio, ma la scelta della giuria ricade su Giovi, libero azzurro che si è prodigato in alcune ottime difese e si è dimostrato solido in ricezione. Personalmente, trovo doveroso citare il palleggiatore azzurro Travica, sempre lucido e capace di mettere sempre i suoi in condizione di chiudere, e soprattutto Michal Lasko, che sta giocando una Coppa del Mondo su livelli francamente mai visti prima per questo giocatore, mettendo in mostra un repertorio ricco e notevole.
ORA CINA E USA - L'Italia torna a battere il Brasile, e lo fa con un gruppo nuovo, per certi versi anti-convenzionale, a partire dall'allenatore-psicologo-filosofo (in ogni senso, data la laurea in filosofia conseguita da Berruto), un gruppo che si dimostra unito e promettente. Sia a breve termine, che a lungo, sperando di poter arrivare a giocarsi le medaglie a Londra fra poco meno di un anno. E proprio sul breve termine vanno registrate le prime defezioni dalla corsa per i tre pass olimpici. La Serbia, laureatasi campione d'Europa proprio a scapito degli azzurri, ha incredibilmente perso contro l'Iran, dopo aver raccolto zero punti nelle sfide con Argentina e Polonia. Proprio quest'ultima accompagna la Russia a punteggio pieno in vetta alla classifica e sembra essere l'avversario ad oggi più credibile degli azzurri per il terzo pass, dando per scontato che i russi e la nazionale carioca rientrino nelle tre. Il programma prevede domani mattina la sfida con il fanalino di coda Cina, fermo a 0 punti, e venerdì un altro test di rilievo contro i campioni olimpici degli Stati Uniti.
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