Si sapeva sin dall’inizio che la decima tappa della Vuelta 2011 avrebbe dato riscontri importanti. E così è stato. Come al solito, quando si tratta di questo tipo di gare in un Grande Giro, si sono viste due gare: quella per la vittoria di tappa, e quella tra i big della classifica, per cercare di guadagnare o limitare i danni in base alle proprie caratteristiche.
Partiamo dalla prima, la lotta per la classifica di tappa, dove si inseriscono anche alcuni tra i big, forse anche a causa di un cambiamento del vento: Froome, Wiggins e Fuglsang. La vittoria va a Tony Martin, al momento forse il miglior interprete delle cronometro, e l’unico in grado, nei 47km, di mantenere una media superiore ai 50km/h. Tralasciando un attimo i big, troviamo al quarto posto un moscio Fabian Cancellara, che per la seconda consecutiva perde la crono di un Grande Giro contro Martin. Al momento il trono Mondiale delle Crono sembra scricchiolare, e non è detto che la locomotiva di Berna possa addirittura uscire sconfitto dalla Cronometro mondiale di fine Settembre a Copenhagen. Tante possibili cause, la più immediata è la puntura di un ape che ha causato in Fabian una reazione allergica poco prima della vuelta; lo svizzero potrebbe non essersi completamente ripreso ancora. Oppure uno stato di forma non perfetto: Cancellara, infatti, è alla ricerca di una vittoria Mondiale, nella corsa in linea. Per fare questo deve presentarsi con una forma stratosferica alla corsa iridata; quale miglior avvicinamento che una Vuelta per arrivare al 100% al Mondiale? L’ultima spiegazione potrebbe ricalcare un po’ lo stesso obiettivo; Cancellara ha già vinto 4 Mondiali a Cronometro, oltre che infinite altre corse contro il tempo in qualsiasi corsa. E’ possibile che, a 30 anni, abbia deciso di cambiare la preparazione per essere più competitivo nelle corse di un giorno, in special modo per il Mondiale e, perché no, le Ardenne. Questo vorrebbe dire cambiare qualcosa nelle caratteristiche: perdere qualcosa a cronometro per guadagnare in altri settori. Per esempio è arrivato quinto nella volata dei Campi Elisi, roba da sprinter puri; alla San Remo non ha sfigurato in volata contro Goss, che avrebbe caratteristiche molto più improntate alla velocità pura. Torniamo però alla corsa, perché a soli 6’’ da Cancellara si piazza Taylor Phinney, il giovane talento americano tanto a cuore a Lance Armstrong.
Passando alla generale: a uscire subito dalla lotta sono Mollema e Rodriguez, che già al chilometro 13 pagano rispettivamente 53’’ e 1’33’’ di ritardo da Wiggins, che al primo intermedio aveva il miglior tempo. Alla fine pagheranno da Martin 3’09’’ e 5’24’’. Bradley Wiggins paga al traguardo 1’22’’ di ritardo. A solo 1’02’’ da lui arriva un ottimo Vincenzo Nibali. Meglio di lui, tra i big, fanno Froome( dal quale perde 1’25’’), Wiggins( 1’02’’, come detto), Fuglsang(47’’), Machado( 30’’), Brajkovic( 28’’), Monfort(18’’), Kessiakov(6’’), Menchov(6’’). Detti così sembrano tanti, in verità la maggior parte di questi era già dietro a Vincenzo, e i distacchi sono risicati: Nibali perde una sola posizione in classifica. Ora è quarto, a soli 31’’ dalla nuova Roja, Chris Froome. L’anglo-keniota sta sorprendendo in questo inizio di Vuelta, e, venuto in Spagna per fare il gregario a Wiggins, potrebbe fare corsa per sé, e diventare la vera sorpresa della corsa. A 12’’ da lui Fuglsang, solitamente impegnato a lavorare per i fratelli Schleck, che avendo campo libero si sta comportando davvero bene. Anche nella crono di ieri si è difeso egregiamente, chiudendola al sesto posto, e ora può davvero crederci, se non per la vittoria per un podio, che sarebbe per lui il primo in un Grande Giro. A 20’’ Wiggins e a 31 Nibali, come detto. Dietro di loro, al quinto posto, Kessiakov a 34’’ e Monfort, a 59’’. Mollema, ieri mattina leader, è a 1’07’’; dopo di lui però c’è il vuoto, e per trovare il prossimo nella generale bisogna scendere fino a 1’47’’, dove si trova Cobo. Brajkovic e Zubeldia lo seguono, ma sono già a più di due minuti.. Gli altri ancora più indietro, e sembrano tagliati fuori dai giochi per la vittoria.
Da italiani, per Nibali si mette bene, quantomeno per un podio( che sarebbe per lui il quarto in due anni), se non per una doppietta…
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